La spiritualità di Bali è una delle cose che mi ha sempre affascinata e colpita sin da subito durante il mio viaggio in Indonesia.
Già qualche anno fa ne avevo assaporato qualche aspetto con il film “Mangia Prega Ama”, ambientato principalmente a Bali. Così, dal primo momento in cui sono arrivata in questo piccolo paradiso, non ho smesso un attimo di stupirmi, scoprendo ad ogni angolo le bellezze e le curiosità di cui avevo tanto letto e sentito parlare.

Bali è senza dubbio un mondo a sé stante rispetto al resto dell’Indonesia. Profondamente diversa dalle altre isole del Paese, a maggioranza musulmana, lascia da subito assaporare il magnetismo delle culture buddiste e induiste che la rappresentano.

La cosiddetta “isola degli dei” è davvero un luogo dove la spiritualità si respira nell’aria. È un posto capace di trasmettere anche a chi si trova semplicemente di passaggio un’energia unica, positiva. Un luogo dove il tempo scorre lento, scandito da rituali, tradizioni religiose e credenze. Non è forse un caso che in un’isola così piccola si contino circa 10.000 templi.

Bali induista: templi, cerimonie, offerte floreali e preghiere agli dei
In ogni momento della giornata, passeggiando per le strade, per i mercati, per le risaie o per vie di campagna, è possibile assistere a cerimonie di offerte e preghiere agli dei. Piccole composizioni di fiori e cibo (riso, frutta, biscotti, ecc.) vengono collocate in ogni angolo dell’isola, nelle nicchie dei templi, davanti a negozi, case, ristoranti, sui marciapiedi. Ovunque.

La credenza popolare vuole che in questo modo si possa guadagnare e coltivare la benevolenza degli spiriti benigni e, contemporaneamente, evitare che gli spiriti maligni agiscano contro gli abitanti dell’isola.
Davanti ai templi, nei mercati o agli angoli delle strade, uomini vestiti di bianco con fasce colorate in testa cantando ed eseguono riti tradizionali.
Resistere al fascino di lasciarsi travolgere da tutto questo è quasi impossibile. Si resta letteralmente rapiti dal bisogno di potersi fermare un attimo ad osservare. Si ha voglia di capire, di riflettere e di prendersi del tempo per se stessi.
Lo stesso tempo per se stessi che ogni induista si concede nel giorno del Nyepi (Nyepi Day – Giorno del Silenzio), il capodanno balinese. Il Nyepi day è un momento in cui tutto si ferma totalmente per 24 ore. Nel silenzio assoluto che invade l’isola, ciascuno riflette sulla propria vita e sul senso delle cose. Ci si interroga sul proprio rapporto con l’altro e con la natura, sul futuro, sulla propria missione nel mondo. Qualcosa di ormai quasi estraneo al mondo occidentale.
Eppure, la forza di Bali consiste anche in questo: avvolgere nel suo misticismo anche chi crede di essere tanto lontano da quell’universo.
A Ubud, vero cuore dell’isola e centro culturale e spirituale immerso tra le risaie, la vita quotidiana si svolge tra cerimonie, riti e tradizioni, in un’atmosfera quasi surreale.

Dal mattino presto al tramonto, tutto segue il ritmo del Sole. La pratica dello Yoga accompagna le attività quotidiane. C’è un senso di serenità che invade chiunque si trovi lì, anche solo di passaggio.
Ubud è una cura per l’anima, un meraviglioso rifugio dal caos del quotidiano. Il posto giusto per ascoltarsi e riscoprirsi attraverso un ritorno alla semplicità e all’essenziale.